Una collaborazione assai efficace quella realizzata a Zoppè di Cadore nella calda e creativa estate 2023. Insieme, l’Amministrazione Comunale della località cadorina, l’Associazione Mont De Vie Val di Zoldo, il MAM Museo della Mail Art di Montecarotto, l’Associazione Culturale Fuori Posto di Venezia che ha anche curato un efficace catalogo a documentazione dell’iniziativa, hanno contribuito alla buona riuscita del progetto. Non solo una mostra di Mail Art, ma una operazione complessa con la presentazione provocatoriamente inedita, del programma OCUSSI/AMBENO ( enclave costiera nella parte occidentale dell’isola di Timor, fa parte dell’Indonesia e circonda Ocussi in tutte le direzioni tranne a Nord (…) nell’antica versione egizia a geroglifici, significa “grande martellamento da un’arpa” e si hanno prove che alcuni esploratori egizi siano stati i primi visitatori del Paese. Quindi un progetto con  uno sguardo globale e la consapevolezza che il mondo di oggi ha bisogno di esempi culturali positivi da condividere. Dobbiamo riaffermare i valori delle intelligenze e respingere le drammatiche semplificazioni della violenza. Riaffermiamo dal mondo dell’Arte, come facciamo da sempre. L’intera iniziativa si svilupperà con una seconda mostra al MAM di Montecarotto. Un ringraziamento particolare al Sindaco di Zoppè Paolo Simonetti, convinto promotore dell’iniziativa.


Ad accompagnare la mostra di Mail Art Carta&Natura a Zoppè di Cadore (BL) (22 luglio/10 settembre 2023), il bel catalogo delle Edizioni Fuori Posto di Venezia. Tra gli Enti organizzatori il Comune di Montecarotto (AN) con il suo Museo d’Arte Moderna e della Mail Art. Una esperienza preziosa quella dei nostri editori, noti ed apprezzati per la loro rivista di riferimento ApARTe°, che con questo nuovo lavoro editoriale confermano a pieno le loro principali caratteristiche: accuratezza della grafica e dell’impaginazione, ottima qualità riproduttiva delle immagini e particolare attenzione redazionale nella scelta dei testi. Da segnalare le caratteristiche del progetto inedito Carta&Natura, che nasce da un’idea del Sindaco di Zoppè di Cadore Paolo Simonetti con il coinvolgimento del geniale Merino Matiuzzi nella costruzione della carta artigianale a mano. Trecento fogli utilizzati come supporto dagli artisti e realizzati con le erbe spontanee del territorio montano, accuratamente selezionate e raccolte. Nel suo intervento Merino Matiuzzi scrive (…) l’uomo dalla notte dei tempi, ha sempre cercato di comunicare lasciando segni che altri suoi simili potessero comprendere e capire (…) dai papiri egizi alle pergamene, fino alle varie tipologie di carta prodotta ancor oggi in oriente con metodi artigianali di antica tradizione giapponese. Da parte mia, realizzare la carta artigianale è stata una grande scoperta ed è diventata una grande passione. Centotrenta gli artisti coinvolti, una iniziativa espositiva unica anche perché realizzata nella splendida Zoppè, il Comune più in quota del Cadore con i suoi 1461 m. e con il monte Pelmo ad offrire favolosi tramonti.

La Redazione

Foto di Morena De Donatis

Foto di Morena De Donatis

PERCORSI IN MAIL ART

Possiamo provare a ricostruire le origini della mail art come spesso avviene per i movimenti d’arte contemporanea, citando le dichiarazioni di alcuni noti personaggi come ad esempio Enrico Bay. L’artista ne colloca la nascita nel 1954 con il poeta Edoard Jaguer e il movimento “Phases”, alle cui mostre parteciparono oltre allo stesso Bay, Max Ernst, Karel Appel e Lucio Fontana. Consideriamo che i vari ambienti d’avanguardia utilizzarono molto spesso l’invio postale tra artisti come attività prevalente per una “comunicazione di circuito”, esempio significativo è la “cartolina seriale” di Marcel Duchamp o le “fascinose, surreali, erotiche” di Salvador Dalì e Paul Eluard. Se poi vogliamo collocare le origini storiche del movimento, molti di noi definiscono l’attività dei Futuristi italiani la modalità che diviene sistema organico alla comunicazione artistica: Balla, De Pero, Cangiullo con la sua “cartolina di contatto tra artisti” ed Ivo Pannaggi con i “collage postali”, sono i più significativi futuristi che dettero continuità ad una prassi che già allora superò la periodica abitudine per divenire azione espressiva, assumendo con il tempo anche un valora linguistico autonomo.  Come non citare Walter Benjamin,   negli anni 30 del 900 egli tracciava valutazioni di estremo interesse sulle molteplici caratteristiche dell’opera d’arte. Secondo la sua valutazione, le tecniche della riproducibilità di allora fotografia e cinema, non avrebbero inventato nuove forme di espressione artistica. Nel suo “l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” scrive (…) non è la tecnica che produce la rivoluzione creativa, esiste una forma di autocoscienza nella produzione artistica, infatti la tecnica esige un pensiero sociale, una organizzazione universale del fare con prodotti espressi in un linguaggio universale (…). Il passaggio successivo sarà la comunicazione valoriale dell’opera, la pluralità, la globalizzazione dei sistemi ed oggi nello storico rapporto spazio/tempo, il prevalere di una costante “la velocità”. Quindi nel dibattito sulla riproducibilità dell’opera d’arte sviluppato per l’intero 900, dobbiamo considerare l’attualità di una diffusione massiva in rete che supera l’oggettività del multiplo, consuma l’immagine che diviene sempre più multimediale, anche se non sempre efficace. A noi rimane oggi inevitabilmente l’esercizio di una osservazione presuntuosamente consapevole, dissolvere per poi rigenerare un nuovo linguaggio ancora sconosciuto, senza affidarsi ad una intelligenza tecnologica che la pigrizia potrebbe farci apparire indispensabile e non solo oggettivamente utile. Sono solo alcune delle scommesse che la mail art ha sempre giocato, provocando fin dai primi percorsi organizzativi e comunicativi, momenti di una rivoluzione creativa permanente. Voglio citare Clemente Padin che nel 2020 scriveva (…) La Mail Art è senza alcun dubbio l’espressione artistica più ampia per numero di partecipanti a livello geografico, al di fuori del mercato dell’arte. Il fenomeno è spiegabile per il dichiarato proposito di porsi al di fuori dell’ambito commerciale senza attribuire alcun valore venale all’opera, ma privilegiando ogni aspetto comunicativo e la padronanza del mezzo postale, per questo non morirà mai.

Per una comunicazione genuina saranno sempre necessari due interlocutori che esercitino il loro ruolo sociale (…). All’inizio degli anni 60 del secolo scorso, questa nuova forma di comunicazione fu influenzata da alcuni artisti Fluxus i quali coerentemente fondevano il concetto di vita con quello d’arte. George Maciunas insieme ad alcuni altri editori, compositori e poeti internazionali, iniziò a produrre cartoline sperimentali, francobolli e vari altri materiali postali. Nel 1970 l’attività si sviluppò ulteriormente, il gruppo Canadian Image Banc realizzò i primi progetti, due anni dopo nella Polonia controllata dal regime sovietico, 26 artisti postali e Fluxus firmarono un Net Manifesto per un NetWork aperto e non commerciale. Prima ancora Ray Johnson, studente del maestro della Bauhaus Josef Albers al Black Mountain College nella Carolina del Nord, iniziò a spedire arte postale a critici, artisti e all’establishment di New York, fu quindi coniata la definizione di New York Correspondance School of Art. Sempre nel 1970 il Whitney Museum of American Art presentò la NYCS in una esposizione di arte per corrispondenza. Fondamentale per l’espansione della rete, fu la messa in circolazione degli elenchi dei partecòipanti da parte degli stessi artisti. Nel 1973 il Museo d’Arte Joslyn in Nebraska ospitò il Network Project Omaha Flow Systems che permise la partecipazione a migliaia di artisti senza giudice o giurati, altro aspetto essenziale che sopravvive ancor oggi. Insieme a Johnson una pioniera femminista della Mail Art a New York fu May Wilson con i suoi Ritratti Ridicoli del 66. Questi ritratti, in prevalenza fotomontaggi ed impaginazioni anche estreme, evidenziavano l’onnipresente sessismo e la sottolineatura dell’età, costantemente presente nelle immagini popolari ed artistiche delle donne. La Wilson all’età di 70 anni convertì la sua fotografia nuda nel francobollo che incollava sulle buste delle sue spedizioni. Sulla sua esperienza fu realizzato nel 1969 il documentario sperimentale Woo Who May Wilson della regista Amalie R. Rothschild, va considerata un importante esempio di donna e artista non solo per il mondo della mail art. Durante gli anni 70 e all’inizio degli 80 la scuola di Ray Johnson crebbe nonostante lo stesso artista dichiarò provocatoriamente di averla “uccisa” con un annuncio pubblicato sul New York Times nel 1973. I progetti Fluxus si moltiplicarono e gli artisti, cosa abbastanza consueta, si organizzarono in gruppi come ad esempio i canadesi General Idea. La Mail Art nelle Americhe si delineò in relazione alla resistenza degli artisti rispetto allo status quo culturale e politico. I nord americani si ribellarono al formalismo, alla moda, ai musei, ai critici, alle gallerie ed ai sistemi istituzionali in genere, mentre i latino americani non potevano che opporsi ai propri regimi repressivi. L’atto più radicale di Ray Johnson fu quello di liberare l’arte dalla sfera commerciale, barattando i suoi lavori in un’ottica di libero scambio e mettendo in discussione le logiche di mercato, mentre in America latina la Mail Art rappresentò anche una lotta rivoluzionaria per la quale gli artisti furono incarcerati e torturati. Ricordiamo le prime mostre di Clemente Padin in Uruguay, Edgardo Antonio Vigo in Argentina, Paolo Bruscky in Brasile. Alcuni artisti ed i loro famigliari pagarono a caro prezzo la loro coerenza culturale, è il caso del figlio di Edgardo Vigo, uno dei tanti desaparecidos argentini. Clemente Padin e Jorge Caraballo nel 1977 in seguito alle azioni di arte postale in opposizione alla giunta militare, furono arrestati e torturati. L’anno prima la polizia brasiliana chiuse immediatamente la “Seconda esposizione Internazionale di Mail Art” organizzata da Paulo Bruscky e Daniel Santiago, distruggendo le opere e arrestando gli artisti. Il Gruppo Internazionale Solidarte promosse varie iniziative di sensibilizzazione internazionale per ottenere la scarcerazione dell’artista salvadoregno Jesus Romeo Galdamez, lo stesso avvenne con pressanti iniziative mondiali per la liberazione di Clemente Padin nel 1977 e Jorge Caraballo nel 1978.   Questo impegno estremo si confermò con il manifesto “Arte Correo: una nueva fase en el proceso revolucionario de creaciòn”, Graciela Gutierrez Marx nel 1984 con alcuni altri solidali, costiuì “l’Associaciòn latinoamericana y del Caribe de Artistas-Correo”. Fino alla fine del XX secolo gli artisti latino americani, dell’Europa dell’Est e dei Balcani, lottarono per resistere ai regimi dei propri Paesi. In Polonia nel 1981 con l’abolizione del movimento Solidarnosc di Lech Walesa, Tomasz Schulz e Andrej Kwietniewski subirono la legge marziale. Robert Rehfeldt e Friedrich Winnes nella Germania Orientale, vissero per anni sotto il controllo della polizia Stasi, lo stesso per alcuni altri artisti in Ungheria. Nel 1986 si organizzò il Primo Congresso Decentralizzato Internazionale curato da H.R. Fricker,  Gunther Ruch e Ruggero Maggi. Negli anni 90 durante la sanguinosa guerra dei Balcani, pacifisti e mail artisti serbi subirono ogni privazione e censura. Gli artisti della mail art vissero drammaticamente le condizioni dei propri Paesi, forse proprio per la particolarità di queste situazioni il mondo dell’arte riassorbirà all’interno dei propri sistemi le posizioni anche estreme dei suoi protagonisti. Il percorso per sovvertire i limiti artistici prestabiliti dalle istituzioni locali continuerà a svilupparsi fino alla fine dei conflitti, centralizzando nell’individuo-artista la natura di ogni riflessione nonostante i possibili contatti con il mondo forniti dal contenuto di una busta.

Nel resto del mondo iniziarono a crescere e moltiplicarsi esposizioni in centri artistici, ma anche in banche, bar, soffitte e piazze cittadine. Si inaugurerà e sarà sempre più frequente, un modo innovativo di utilizzare francobolli e Timbri, di estremo interesse la realizzazione di libri d’artista, riviste dedicate, veri e propri linguaggi come la Copy Art, la Video-Arte, l’Audio-Arte furono molto utilizzati. Diversi artisti concettuali si dedicarono sempre più alla Mail Art, Keith Bates ideò una serie speciale di caratteri tipografici, il belga Guy Bleus con l’Administration Center organizzò il suo archivio, il francese Jean Noel Laszlo curò alcune esposizioni di francobolli d’artista tra cui quella al Musee de la Poste intitolata Timbre d’Artiste. In Italia di singolare importanza storica rimane l’esperienza di GAC Guglielmo Achille Cavellini forse l’artista più ironico, creatore del famoso concetto dell’Autostoricizzazione. Ruggero Maggi dal 1975 realizzò vari eventi di arte per la pace e il disarmo nucleare intitolati “Uniti per la Pace”. L’artista molto attivo in questi decenni nel dibattito culturale internazionale, come dimostra il suo recente intervento a Pavia dal titolo significativo: “Arte sotto Assedio e della manipolazione della cultura” con un particolare focus sul 900 ed il contemporaneo, nell’ambito del Festival dei Diritti Umani di Milano. Maggi racconta (…) Nel 1986 gli svizzeri H.R. Fricker e Gunther Ruch editore della rivista Clinch, organizzarono il convegno Museo Decentralizzato Internazionale per il quale curai alcuni eventi. L’appello lanciato con il mio timbro si concretizzò con incontri tra artisti, dialoghi a volte surreali, che prendevano spunto dalle conversazioni quotidiane tra artisti da me liberamente interpretate (…). Di Maggi in questo periodo è possibile visitare al MAM di Montecarotto una significativa mostra “Archivio Amazon Mail Art – risposta gloCal al mondo global” iniziativa che riassume l’attività dell’artista con alcune storiche operazioni come “il progetto ombra”, “Museo in Casa”, “la Linea Infinita di Piero Manzoni”, “Caos/caotica arte ordinata scienza”, ”Terra/materiaprima”, “l’Amazzonia deve Vivere”, “Mail Art Day”. Un altro storico artista italiano è Marcello Diotallevi, appartenente al gruppo “Metanetworker in Spirit” è l’autore della copertina della guida al Musèe National d’Art Moderne Centre Georges Pompidou di Parigi. Ha partecipato alla 52° e 54° Biennale di Venezia nel Padiglione del Tibet curato da Ruggero Maggi. Come professionista è stato un valente restauratore lavorando per il Vaticano, molto attivo nella Poesia Visiva e nella Mail art soprattutto con le sue cartoline d’artista ed i fantastici francobolli, famose le “Fiabe al Vento in Forma di Aquiloni”. Come performer ultimamente ha affrontato il Covid 19 tutto in forma di cartolina, un autoritratto d’artista da cogliere per frammenti o a tutto tondo. Sue opere e libri d’artista sono nelle collezioni del Ruth And Marvin Suckner Archive of Concrete And Visual Poetry dell’università dell’Iowa, al Getty Reasearch Istitute e alla Beinecke Library. Varie le tematiche affrontate dall’artista con altre serie come “Poemi dell’Elica”, “Lettere da Citera”, “lettere al Mittente”, “Lettere Autografe”, Diotallevi scrive (…) i miei “Doppi Poemi Astratti” sono un ciclo involontariamente ambizioso …absit iniura verbo… senza offesa per Vasilij Kandinskij, essendo io un suo naturale epigono nato dopo, dovevo andare oltre. Così nella mia ricerca artistica mischiando la pittura e la scrittura, sono giunto attraverso il loro connubio a questo evoluto e ironico risultato: un’opera in cui la valenza astratta riguarda sia l’immagine sia il testo, nascono in questo modo quasi per partenogenesi, i miei “Doppi Poemi Astratti”. Tra le artiste contemporanee italiane protagoniste, Anna Boschi ha da sempre realizzato le sue opere legandole a  note progettualità: “Calligrafie”, “Fe-Art Books”, “Ferita Inguaribile” e la performance “una stanza senza fiabe”. La Boschi scrive: (…) oramai la caratteristica del movimento è il Network, vero e proprio circuito artistico internazionale che s’intreccia intorno al pianeta con richieste di partecipazione di progetti a tema tramite messaggi visivi, verbali, sonori, per poi organizzare incontri, dibattiti e performances di gruppo (…).  Ha partecipato alla Triennale di Bologna nel 2000, alla Biennale di Venezia nel 2003, alla Rassegna “Nori De Nobili” organizzata a Bruxelles al Parlamento Europeo nel 2005 ed è l’artefice nel 2006 dell’omaggio a Ray Johnson che il MAM di Montecarotto dedicò all’artista americano. La sua è una importante testimonianza del fare arte oggi dalla parte delle donne. Negli ultimi anni al MAM di Montecarotto oltre a progettare ed inviare operazioni, archiviare e catalogare, abbiamo ripreso ad organizzare mostre omaggio agli artisti protagonisti. E’ abbastanza recente la mostra dedicata a Roberto Bobo Banchi che si considera un diffusore e divulgatore di Mail Art e ricorda così la sua esperienza (…) Tutto iniziò all’Istituto d’Arte di Firenze, erano gli anni 70 e nella sezione di Orificeria incisi dei disegni a bulino su una lastra di rame 10×15, che furono stampati su cartoline dalla sezione arti grafiche per gli auguri di Natale. Una di esse arrivò ad un mio docente che era un artista postale, il Professore mi donò quindi un indirizzario e mi invitò a partecipare alle prime iniziative internazionali. Nel decennio successivo con la fanzine edita in Firenze “Firenze Strees” con la quale collaboravo, scrissi spesso di info, progetti ed invii, ora chiamati Call. Firenze Strees veniva distribuita per posta a 60.000 abbonati ed ancora ricevo attestati di stima da parte di numerosi artisti che diversamente da oggi, dove inviti ed opere viaggiano in email, sono legati alla realizzazione con i vari materiali e all’invio cartaceo postale tradizionale (…). Essere un Mail Artista significa oramai confrontarsi con i vari linguaggi on line, Un altro storico protagonista Vittore Baroni, sottolinea in una sua recente dichiarazione, la necessità di accettare la realtà dei social network, a conferma della propensione culturale del mondo della mail art di costruire reti e continuare la “comunicazione”, definisce la mail art non un movimento, ma una strategia caratterizzata dall’essere gratuita. Per terminare questo report, possiamo ancora ritenere il solo atto del comunicare azione indispensabile all’opera d’arte? Il sistema, il movimento può essere da noi letto e monitorato mentre realizza le sue strategie comunicative approfittando della tecnologia? Possiamo porci altre domande e sicuramente abbiamo ancora necessità di un confronto e di uno scambio di idee, sono aumentati i progetti, gli inviti alle mostre e moltiplicate le opportunità. Sappiamo che l’utilizzo della rete può creare una sorta di frenesia operativa, come determinare in positivo l’allargamento della platea di artisti, dobbiamo però essere consapevoli che la struttura dei Network non è pensata per il dialogo d’approfondimento, quindi di costruttivo oltre l’utilizzo della posta che dovremo mantenere convenzionale, ci sarà la sicura condivisione ed elaborazione dei progetti, continuando a lasciare ogni libertà creativa ai protagonisti. Del resto varie problematiche riguardanti il rapporto con “l’altro tecnologico” erano già state ben intuite nei primi del 900 sempre dai nostri Futuristi che proposto il tempo veloce, il dinamismo che tutto agita e deforma, avevano intuitivamente scelto nella rappresentazione di quella velocità, il parametro della modernità. Il MAM dal 1984 documenta l’evolvere di un lavoro comune, pluralista ed internazionale, credo che in questi anni sia stata realizzata una progettualità utile ed oggi ancor più necessaria. Il Comune di Montecarotto ci ha creduto con il fondamentale contributo di tantissimi artisti. Vogliamo continuare la nostra attività caratterizzata dal tradizionale rapporto diretto con gli operatori, che è per noi oltre che patrimonio culturale, una sicura garanzia di qualità. Questo progetto di arte postale “Carta e natura” rappresenta per noi una preziosa collaborazione operativa, che conferma il rapporto istituzionale presente tra le municipalità di Zoppè di Cadore e Montecarotto. Un particolare ringraziamento a Merino Matiuzzi, autore di un supporto di carta che fa diventare questa iniziativa veramente unica.

Stefano Schiavoni

Foto di Morena De Donatis

Foto di Morena De Donatis